CHE COS’È L’OPALE?
L’opale è costituito da silice idrata (SiO2∙nH2O), con un contenuto in acqua che può arrivare al 20%. Ha durezza 5.5 - 6.5 e peso specifico 2 - 2.5 circa.
L’opale è un minerale amorfo, ovvero privo di struttura cristallina. Solo le varietà con il tipico gioco di colori sono considerate gemme di pregio.

QUANDO E COME SI È FORMATO?
Generalmente i depositi di opale australiano si trovano in strati orizzontali appiattiti che non vanno oltre i 20 metri di profondità. Questi sono il risultato di una sequenza di eventi geologici avvenuti in un periodo lungo circa 100 milioni di anni. L’età delle formazioni geologiche risale per lo più al Cretaceo (da 135 a 70 milioni di anni), ma il reale processo di mineralizzazione (dissoluzione/deposito) con formazione dell’opale sarebbe avvenuto tra l’Eocene inferiore e l’Oligocene superiore, ovvero tra 50 e 20 milioni.
I geologi concordano che l’opale prezioso australiano si è formato per un processo sedimentario mediante precipitazione di silice da soluzioni molto diluite o da sospensioni colloidali, derivate dall’alterazione chimica delle rocce sedimentarie (arenarie e argilliti) contenenti minerali appartenenti al gruppo dei feldspati, per azione delle acque percolanti nel terreno.

IL GIOCO DI COLORI
La principale caratteristica dell’opale prezioso è il gioco di colori che consiste in lampi di luce multicolore, che si modificano a seconda dell’angolazione con la quale sono osservati. Gioco di colori da non confondere con l’opalescenza, termine con cui si dovrebbe indicare solo il tipo di lucentezza lattea e/o madreperlacea iridescente comune anche in altre gemme. L’opale viene valutato per il suo gioco di colori non per la sua opalescenza.

I COLORI DELL’OPALE
Solo negli anni ’60 con l’avvento del microscopio elettronico a scansione, si scoprì che l’opale prezioso è formato da piccole sfere di silice disposte ordinatamente che causano interferenze e rifrazioni, responsabili del fantastico gioco di colori. Le sfere, organizzate in strutture più o meno compatte, impediscono il passaggio della luce attraverso la pietra, ne deviano il decorso e la scompongono facendo apparire tutti i colori dell’arcobaleno, sempre nuovi e sempre diversi a seconda di come si muove la pietra o l’osservatore.
Nell’opale prezioso le sfere di silice hanno diametro uniforme e sono disposte in file ordinate. I raggruppamenti tridimensionali di sfere omogenee e ordinate formano delle aree, dette domini, che hanno dimensioni variabili all’interno di ogni pietra. I domini variano in dimensione e orientamento e formano una sorta di mosaico che rende ogni pietra unica e irripetibile. Le sfere di ogni dominio, in funzione del loro diametro, provocano una differente diffrazione della luce e quindi un diverso colore.

SE VUOI APPROFONDIRE
L’origine della colorazione degli opali naturali proviene quindi da una microstruttura ordinata di sferette di silice incolore aventi diametro compreso tra 0,17 e 0,38 micron (1 micron corrisponde a 1/1000 di millimetro), strettamente impaccate in domini variabili con piccoli spazi tra le sfere occupati da aria, acqua o gel di silice.
Se la dimensione delle sfere è dello stesso ordine di grandezza della lunghezza d’onda della luce visibile, si origina un fenomeno di interferenza chiamato diffrazione. In realtà il ruolo principale nella diffrazione lo giocano gli spazi tra le sfere, che sono i punti della struttura dell’opale che consentono la diffrazione. La luce è diffratta non solo dagli spazi che si trovano in superficie, ma anche da quelli più profondi. I raggi diffratti, quando sono riflessi dalla parte posteriore dell’opale, possono amplificarsi vicendevolmente secondo un effetto conosciuto come interferenza costruttiva, oppure possono vicendevolmente annullarsi (interferenza distruttiva).
Frequentemente gli spazi tra le sfere contengono impurità che assorbono determinate lunghezze d’onda.
La grandezza delle sfere di ogni dominio determina le lunghezze d’onda diffratte, quindi i colori che si vedono. Le sfere più piccole diffraggono le lunghezze d’onda più corte. Per esempio, un dominio costituito da sfere dal diametro di circa 0,13 micron mostra colore violetto (lunghezza d’onda più piccola).
Sfere dal diametro di 0,25-0,35 micron provocano una diffrazione per il colore rosso (lunghezza d’onda più grande). Se il diametro delle sfere di silice è inferiore alla lunghezza d’onda del violetto o superiore a quella del rosso, anche se la disposizione è ordinata, non si vede alcun gioco di colori perchè la lunghezza d’onda è fuori del campo del visibile. Queste pietre quindi sono considerate opale comune.
Più uniformi e ordinate sono le sfere, più intenso e definito è il colore dell’opale. Se la pietra è formata da domini con sfere di dimensioni diverse, ma sempre ben ordinate, esibisce il tipico gioco multicolore.
Ne deriva che un opale che mostra il colore rosso possiede anche la potenzialità di mostrare lunghezze d’onda minori e di conseguenza si potrà osservare una maggior varietà di colori. Quindi, una pietra dove il colore rosso è predominante ha un valore più elevato di una dove domina il colore blu-verde.

Tratto da “Opale” di Giovanni Corsetti con la collaborazione di AA.VV. - 2012 - Edizioni Maria Rosa Garatti

ALCUNI UTILI CONSIGLI PER LA CONSERVAZIONE DELL’OPALE
Per pulire l’opale usate acqua a temperatura ambiente, asciugatelo poi con un panno.
Evitate la pulizia con ultrasuoni, le vibrazioni potrebbero danneggiarlo.
Non mettete a contatto l’opale con sostanze chimiche (detersivi, solventi ecc.). L’opale è una pietra porosa e l’esposizione a queste sostanza potrebbe rovinarla.
Usate di norma le attenzioni che si dedicano a qualsiasi altra pietra preziosa.





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